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{ "@context": [ "https://www.w3.org/ns/activitystreams", { "Hashtag": "as:Hashtag", "sensitive": "as:sensitive" } ], "id": "https://plusbrothers.net/?p=36550", "type": "Article", "attachment": [], "attributedTo": "https://plusbrothers.net/author/admin/", "audience": "https://plusbrothers.net/@network", "content": "<p>Nei dibattiti mediatici e politici ricorre molto spesso un termine: &#8220;woke&#8221;, usato come etichetta negativa verso alcune idee politiche e cause sociali. </p><p>La Posta Del Culo prova a capire il fenomeno e spiegare cosa c&#8217;è che non va.</p><div class=\"wp-block-group has-global-padding is-layout-constrained wp-block-group-is-layout-constrained\"><div style=\"height:50px\" aria-hidden=\"true\" class=\"wp-block-spacer\"></div><hr class=\"wp-block-separator has-text-color has-custom-verde-color has-alpha-channel-opacity has-custom-verde-background-color has-background\"/><div style=\"height:50px\" aria-hidden=\"true\" class=\"wp-block-spacer\"></div></div><p><!--more continua a leggere--></p><h2 class=\"wp-block-heading\">La posta del culo fa politica?</h2><p>In questo spazio non vogliamo convincere i lettori a schierarsi con la destra o la sinistra, ma se i politici usano le parole nel modo scorretto La Posta Del Culo li smonterà senza avere alcun occhio di riguardo.</p><p>Almeno finché uno di loro non verrà a mostrarci che lui, valoroso uomo di destra (o di sinistra), alla fine della colonna vertebrale ha il logo del suo partito.</p><p>Salvo prova contraria invece, in fondo a ogni schiena, ci risulta che sia presente un culo con due chiappe più o meno sode e del quale ogni essere umano ha il diritto di fare l&#8217;uso che più gli aggrada.</p><h2 class=\"wp-block-heading\">Cosa vuol dire woke?</h2><p>Il woke non esiste. Iniziamo con la frase drastica, ma vogliamo subito chiarirla.</p><p>Lo slogan preciso sarebbe &#8220;stay woke&#8221;, &#8220;rimani vigile&#8221; e nasce nel 1938 da una canzone di Lead Belly che parlava di ingiustizie sociali verso la popolazione nera negli Stati Uniti.</p><p>Ma, sempre nello stesso anno, fu ripreso dallo scrittore afroamericano William Melvin Kelley in un articolo del New York Times Magazine intitolato &#8220;if you are woke you dig it&#8221;, la cui traduzione italiana più efficace potrebbe essere &#8220;se sei sveglio lo capisci&#8221; / &#8220;se sei cosciente, vai in profondità&#8221; &#8211; il verbo &#8220;dig&#8221;, letteralmente, significherebbe scavare.</p><p>Di conseguenza, nel concreto, il termine &#8220;woke&#8221; vuol dire &#8220;vigile inteso come consapevole verso i problemi dei neri e poi esteso anche ad altre cause.</p><p>Alla luce di questa informazione, è proprio la consapevolezza a farci dire che il vero &#8220;woke&#8221; non esiste: puoi avere quanta coscienza vuoi verso le ingiustizie sociali, ma il mondo è talmente complesso che qualcosa sfugge sempre anche senza avere la volontà di ignorarlo.</p><p>Parliamo così noi per primi: cerchiamo di lavorare contro lo stigma su HIV, per le esigenze delle persone con disabilità sensoriale, ma già il fatto di pubblicare enigmi e giochi di parole nel sito ci impedisce di definirci &#8220;accessibili&#8221; perché una persona con deficit cognitivi potrebbe avere difficoltà nella comprensione dei nostri scritti.</p><p>Questo però non vuol dire, automaticamente, disinteresse deliberato verso le difficoltà di apprendimento. Idem per le lingue, non abbiamo (ancora) tradotto l&#8217;intero blog in inglese e quella è una sfida ancora aperta.</p><p>Sarebbe quindi preferibile che i singoli individui smettano di definirsi &#8220;woke&#8221;, piuttosto cerchiamo di collaborare tutti assieme per un obiettivo comune: solo uniti riusciamo, se non a sconfiggerle del tutto, almeno a gestire le ingiustizie sociali nel miglior modo possibile.</p><h2 class=\"wp-block-heading\">Cosa NON significa Woke?</h2><p>La parte conservatrice dei dibattiti on e off line, tende a usare il termine &#8220;woke&#8221; per definire qualunque idea progressista: </p><ul class=\"wp-block-list\"><li>Sei per la parità di genere? Sei woke.</li><li>Sei per i diritti LGBT? Sei woke.</li><li>Sei per il multiculturalismo, contro il razzismo, tieni alle cause ambientali, ecc? Sei woke&#8230;</li></ul><p>Hanno capito che questa non è la vera origine del termine? Non lo sappiamo, ma se gli ultraconservatori lo usano così, la colpa è di alcuni estremisti a indirizzo progressista che si attribuiscono questo nome.</p><p>&#8220;Woke&#8221; in inglese è il passato di &#8220;wake&#8221;, svegliare, e questi si atteggiano a superiori autoproclamandosi più svegli degli altri. Ma chi sono?</p><h2 class=\"wp-block-heading\">I social justice warrior</h2><p>Guerrieri della giustizia sociale: persone che agiscono in modo violento quando nello spazio reale o virtuale in cui stanno, percepiscono sia in atto un&#8217;ingiustizia. Non importa se questa sia reale, o frutto della loro mente che distorce i fatti.</p><p>Un esempio banale: fare una ramanzina infinita a una persona vedente che si sia rivolta a un cieco con &#8220;guarda&#8221;, inteso come &#8220;presta attenzione&#8221;.</p><p>Oppure quando senza capire il tono satirico del nostro sito, alcuni vengono a dirci che non dobbiamo scrivere del virus parlante e del &#8220;mondo positivo&#8221; perché secondo loro prendiamo in giro le vittime di stigma.</p><p>Parlano senza alcuna cognizione di causa, convinti di essere dalla parte della ragione, in difesa del più debole. Perché loro sono i più attenti, i superiori, gli woke appunto.</p><p>Sono indubbiamente pericolosi perché passano dalla parte del torto e finiscono per sminuire le idee progressiste che travisano ed estremizzano.</p><p>&#8220;Sei uomo? Quindi sei violento&#8221;. Una donna che si proclama femminista e parla così, non c&#8217;entra col femminismo ma è una fanatica con cui è impossibile dialogare.</p><p>Questa filosofia oltre a essere dannosa a livello sociale, lo è anche per l&#8217;arte e la cultura perché tali soggetti vorrebbero piegare il mondo alle proprie volontà.</p><h3 class=\"wp-block-heading\">La &#8220;cancel culture&#8221;</h3><p>Bristol, giugno 2020: i manifestanti Black Lives Matter, movimento per i diritti delle persone nere, hanno abbattuto la statua di un ex mercante di schiavi e buttata in un fiume &#8211; lo stesso in cui si racconta che lui facesse morire affogate le persone che si ribellavano.</p><p>Lo schiavista è Edward Colston, onorato con una scultura in bronzo che era lì dal 1895 perché coi soldi guadagnati vendendo centinaia di persone, quando lo schiavismo è stato abolito, ha costruito ospizi, ospedali e scuole.</p><p>La popolazione nera si era anche rivolta al sindaco per far rimuovere la statua ma ha deciso poi di abbatterla perché i loro appelli non avevano avuto seguito. </p><p>Ora, se per le persone bianche Colston poteva essere considerato un eroe, come possiamo pretendere che lo sia anche da quelle nere? D&#8217;accordo, lo schiavismo non c&#8217;è più, ma una comunità storicamente oppressa da quella persona, non la onorerà di certo. A maggior ragione se tu, bianco, le chiedi di farlo.</p><p>Se però questo episodio poteva avere un senso qualora la popolazione di Bristol fosse in alta percentuale composta da neri, non ce l&#8217;ha quando l&#8217;eliminazione di qualcosa viene sdoganata su larga scala: non studiare un autore classico perché va contro i valori della società contemporanea sarebbe sbagliato in quanto se noi siamo dove siamo, è per tutto quello che è successo prima. Errori compresi.</p><p>Era meglio che schiavismo, omicidi di stato, regimi autoritari non ci fossero? Certo. Ma non possiamo tornare indietro e manipolare la storia secondo quello che ci fa comodo. </p><p>Questa viene definita &#8220;cancel culture&#8221; e i conservatori, pur accusando i progressisti di modellare la storia secondo le proprie idee, sono i primi a farlo:</p><ul class=\"wp-block-list\"><li>rimuovere dalle biblioteche scolastiche libri a tema sessualità, razzismo, diritti LGBT&#8230;</li><li>evitare educazione sessuale e affettiva nelle scuole</li><li>chiedere alle aziende di ritirare spot pubblicitari che ai conservatori non piacciono.</li></ul><p>Per l&#8217;Italia riportiamo due casi emblematici della &#8220;cancel culture&#8221; conservatrice.</p><p>Una ditta di calze aveva confezionato lo spot del suo prodotto cantando &#8220;sorelle d&#8217;Italia&#8221; invece di &#8220;fratelli&#8221; in un adattamento dell&#8217;inno nazionale dedicato alle calze, gliel&#8217;hanno fatta rimuovere.</p><p>Un&#8217;altra azienda di patatine snack, nel suo spot, raffigurava un prete e una suora. Gli ultraconservatori cattolici non l&#8217;hanno presa bene e anche quello spot ha fatto una brutta fine.</p><p>Inutile quindi che loro se la piglino col sistema progressista e poi facciano di peggio, la &#8220;cancel culture&#8221; è un errore comunque.</p><h3 class=\"wp-block-heading\">Solo noi possiamo</h3><p>Esistono alcune frange di &#8220;progressismo&#8221; estremista che prendono posizione sull&#8217;abbigliamento e sui ruoli degli artisti.</p><ul class=\"wp-block-list\"><li>non sei messicano? E allora perché porti il Sombrero? &#8220;Perché sono un attore! Perché mi vesto da carnevale! Ecc&#8230;&#8221;</li><li>sei etero! Perché vuoi interpretare un ruolo gay?</li><li>solo i disabili possono parlare di disabilità</li><li>un uomo non ha diritto di esprimersi contro la violenza sulle donne</li></ul><p>E si potrebbero segnalare milioni di esempi. Ma noi, benché in totale disaccordo coi conservatori sui temi sociali, diamo loro atto quando si oppongono a un simile approccio con l&#8217;arte, la politica e la cultura.</p><h2 class=\"wp-block-heading\">Attori etero per ruoli gay?</h2><p>Un bravo attore dovrebbe essere in grado di immedesimarsi in qualunque personaggio; in teoria il concetto è assodato e ci sono vari esempi. Nessuno venga a raccontarci che Tom Hanks sia stato incapace svolgendo il ruolo di un omosessuale in AIDS terminale sul film Philadelphia, o l&#8217;uomo con un lieve ritardo cognitivo in Forrest Gump.</p><p>Cosa dire poi di Daniel Day-Lewis nel ruolo di Christy Brown, artista irlandese con disabilità motoria e cerebrale che riusciva a dipingere e scrivere usando il piede sinistro, sua unica capacità residua. Il film si chiama &#8220;Il mio piede sinistro&#8221;; l&#8217;attore non ha alcuna disabilità eppure il film è interpretato egregiamente.</p><p>Allora perché tutto questo casino sugli attori etero e i ruoli gay?</p><p>Ci sono attori etero che si sentono a disagio nel recitare un personaggio gay a causa delle scene in cui ci si bacia o si deve simulare un rapporto sessuale, e allora?</p><p>Non abbiamo una così grande conoscenza della recitazione ma siamo consapevoli che il contatto fisico corpo a corpo (anche tra uomo e donna) non sia immediato specie se hai avuto una educazione rigida in materia di sessualità.</p><p>Resta però il fatto che, quando reciti, dovresti mettere da parte la tua personalità reale con relative idee e condizionamenti, per immedesimarti nel personaggio a te assegnato.</p><p>Il discorso non era nato da etero e gay, ma da bianchi e neri: una volta i ruoli erano tutti assegnati ad attori bianchi, allora giustamente si è iniziato a dire &#8220;perché non affidare ruoli di neri anche ad attori neri?&#8221;</p><p>Ha senso quando si tratta di includere persone diverse una dall&#8217;altra in un set, ma quando diventa estremismo è più dannoso che benefico.</p><p>Basti guardare le <a href=\"https://www.cinefacts.it/cinefacts-articolo-767/le-nuove-inclusive-regole-per-gli-oscar-cambiare-tutto-per-non-cambiare-niente.html\" target=\"_blank\" rel=\"noopener nofollow\">regole per le candidature idonee all&#8217;Oscar </a>come &#8220;miglior film&#8221;.</p><p>Lo standard A, &#8220;rappresentazione sullo schermo&#8221;, vincola i produttori ad avere almeno un attore principale facente parte di un gruppo &#8220;sottorappresentato&#8221; e nei ruoli secondari questo vale per almeno il 30% degli attori. Vincoli anche nella trama che deve essere centrata su storie di persone marginalizzate.</p><p>Esistono regole simili anche nell&#8217;organizzazione fuori dal set, ma se l&#8217;intento è buono, alla lunga diventa un limite: rinuncio a un bravo attore perché al suo posto devo scegliere quello LGBT / disabile / nero / ispanico?</p><p>In realtà queste regole venivano in parte rispettate anche senza gli standard, ma se sono state decise è per porre l&#8217;attenzione su queste tematiche, anche se può apparire limitante.</p><p>Appartenendo noi per primi a gruppi marginalizzati siamo quelli che appoggiano di più le politiche di inclusione sociale, consapevoli che senza &#8220;obblighi&#8221; le case di produzione ingaggerebbero solo persone ricche bianche etero e cis. </p><p>Idem per i posti di lavoro più &#8220;ordinari&#8221;. Quale ufficio assumerebbe per scelta un impiegato con disabilità senza la legge che lo obblighi a farlo? </p><p>Eppure, prendendo in esame la faccenda degli Oscar, qualcosa ci stride: se mi costringi a concentrarmi sulle cosiddette &#8220;minoranze&#8221; per la trama, io finisco per tirarti fuori una collezione di stereotipi perché il mio compito di produttore non è fare educazione sociale, ma garantirti un prodotto vendibile alla maggioranza del pubblico.</p><p>Nessuna casa cinematografica è indifferente alle richieste del mercato, perciò se come nell&#8217;ultimo periodo l&#8217;estrema destra tende ad attirare le masse, si aggirano le regole di &#8220;diversità e inclusione&#8221; creando le macchiette. </p><p>Del fenomeno siamo testimoni dopo aver visto la <a href=\"https://plusbrothers.net/respira-medical-minestrone/\" data-type=\"post\" data-id=\"33713\">serie spagnola &#8220;Respira&#8221;</a>, su Netflix: ambientazione a sfondo medico dove quattro personaggi LGBT, due uomini e due donne, incarnano i peggiori stereotipi fra sesso promiscuo, droga e rapimenti di bambini.</p><p>In questo modo, da una parte nessuno può dire che hai disatteso le regole sulla &#8220;diversità&#8221; perché di fatto hai incluso i personaggi e/o attori LGBT; ma in contemporanea hai strizzato l&#8217;occhio al pubblico (ultra) conservatore che dalle rappresentazioni delle minoranze vuole sentire il lato negativo.</p><h2 class=\"wp-block-heading\">Vincoli e capacità</h2><p>Ci siamo domandati spesso come sarebbe un mondo in cui la creatività sia vincolata solo a chi può parlare di una condizione perché la vive in prima persona. SPOILER: un disastro.</p><p>Abbiamo verificato per esperienza quanto sia problematica una simile idea all&#8217;inizio del nostro blog, perché ci eravamo divisi i personaggi:</p><ul class=\"wp-block-list\"><li>Elettrona fa le donne e i personaggi HIV negativi</li><li>Gifter fa gli uomini e i personaggi HIV positivi.</li></ul><p>Complice la costrizione in casa per l&#8217;emergenza Covid, i primi tempi questa organizzazione dei racconti era gestibile e ci sentivamo a nostro agio scrivendo solo le storie che ci appartenevano, poi quando siamo tornati a lavorare a tempo pieno, i momenti liberi sono diminuiti.</p><p>&#8220;Gifter, oggi fai tu la storia del negativo? Elettrona, pensaci tu stasera non ho tempo / non ho voglia di dedicarmi al virus parlante&#8221;&#8230;</p><p>Di necessità abbiamo fatto virtù così, piano piano, ci siamo resi conto di esserci creati per almeno un anno un problema inesistente e siamo arrivati a un punto, oggi, dove non conta più chi scrive cosa. </p><p>Teniamo comunque a specificare che mai una volta ci siamo sentiti a disagio narrando in prima persona nei panni dei protagonisti perché l&#8217;abbiamo scelto noi. </p><p>Nessuno ci ha costretti a pubblicare sul blog di essere un tizio HIV positivo che trasmette il virus a decine di ragazze adoranti, né di essere la prediletta del tizio in questione che gli chiede il virus di proposito.</p><p>Siamo noi gli autori, non ci interessa vendere, non abbiamo vincoli commerciali e se un personaggio ci stanca possiamo tranquillamente sviluppare la trama per farlo uscire di scena. Gli unici limiti che abbiamo? La nostra fantasia e i rispettivi impegni quotidiani.</p><h2 class=\"wp-block-heading\">Voi siete woke!</h2><p>Concludiamo l&#8217;articolo porgendo le nostre doverose scuse a un lettore; l&#8217;abbiamo fatto di persona ma vogliamo anche documentarlo.</p><p>Tempo fa lui si rivolse a noi dicendoci: &#8220;voi due siete woke&#8221; e noi ci siamo chiusi rispondendogli in modo poco educato, presupponendo che intendesse l&#8217;accezione del termine usata dall&#8217;estrema destra per sminuire qualunque ideale progressista.</p><p>Chiediamo venia: da persone che lavorano per l&#8217;inclusione sociale e fanno parte di più cosiddette &#8220;minoranze&#8221;, abbiamo sempre il timore di ricevere odio da parte dei soliti noti perciò siamo sulla difensiva anche quando non dovremmo.</p><p>Stavolta invece il concetto di &#8220;woke&#8221;, pur ispirato alla sua accezione estremista, si riferiva al nostro mondo di fantasia.</p><p>Chi travisa ed estremizza le idee progressiste, sembra considerare nemici tutti quelli che non appartengono a gruppi sottorappresentati. </p><p>Di conseguenza, per il nero il bianco è il nemico, per il gay è antagonista l&#8217;etero, se sei donna ogni uomo è violento a prescindere, figuriamoci se uno è bianco, maschio, etero e cisgender. Peggio del diavolo.</p><p>Una simile concezione della vita è senza dubbio spaventosa ed è questo che i bianchi-maschi-etero-cis-conservatori temono (ben lontano dai progressisti veri, però).</p><p>Il nostro lettore comunque, prendeva spunto da quella fantomatica distopia per dare un nome al mondo che abbiamo creato, dove il test HIV negativo diventa oggetto di discriminazione, opposto a cosa succede in reale.</p><p>Non voleva criticarci, né farci passare per estremisti. Stava forse cercando di attribuire un genere ai nostri racconti?</p><p>Non importa, sapendo tutto quello che c&#8217;è in giro non vogliamo in alcun modo associarci al termine &#8220;woke&#8221;, qualunque significato si voglia dargli.</p><p>Non siamo &#8220;risvegliati&#8221; in alcun modo, non vogliamo ergerci a superiori verso nessuno. Siamo noi, coi nostri pregi e difetti. Nient&#8217;altro.</p>", "contentMap": { "it": "<p>Nei dibattiti mediatici e politici ricorre molto spesso un termine: &#8220;woke&#8221;, usato come etichetta negativa verso alcune idee politiche e cause sociali. </p><p>La Posta Del Culo prova a capire il fenomeno e spiegare cosa c&#8217;è che non va.</p><div class=\"wp-block-group has-global-padding is-layout-constrained wp-block-group-is-layout-constrained\"><div style=\"height:50px\" aria-hidden=\"true\" class=\"wp-block-spacer\"></div><hr class=\"wp-block-separator has-text-color has-custom-verde-color has-alpha-channel-opacity has-custom-verde-background-color has-background\"/><div style=\"height:50px\" aria-hidden=\"true\" class=\"wp-block-spacer\"></div></div><p><!--more continua a leggere--></p><h2 class=\"wp-block-heading\">La posta del culo fa politica?</h2><p>In questo spazio non vogliamo convincere i lettori a schierarsi con la destra o la sinistra, ma se i politici usano le parole nel modo scorretto La Posta Del Culo li smonterà senza avere alcun occhio di riguardo.</p><p>Almeno finché uno di loro non verrà a mostrarci che lui, valoroso uomo di destra (o di sinistra), alla fine della colonna vertebrale ha il logo del suo partito.</p><p>Salvo prova contraria invece, in fondo a ogni schiena, ci risulta che sia presente un culo con due chiappe più o meno sode e del quale ogni essere umano ha il diritto di fare l&#8217;uso che più gli aggrada.</p><h2 class=\"wp-block-heading\">Cosa vuol dire woke?</h2><p>Il woke non esiste. Iniziamo con la frase drastica, ma vogliamo subito chiarirla.</p><p>Lo slogan preciso sarebbe &#8220;stay woke&#8221;, &#8220;rimani vigile&#8221; e nasce nel 1938 da una canzone di Lead Belly che parlava di ingiustizie sociali verso la popolazione nera negli Stati Uniti.</p><p>Ma, sempre nello stesso anno, fu ripreso dallo scrittore afroamericano William Melvin Kelley in un articolo del New York Times Magazine intitolato &#8220;if you are woke you dig it&#8221;, la cui traduzione italiana più efficace potrebbe essere &#8220;se sei sveglio lo capisci&#8221; / &#8220;se sei cosciente, vai in profondità&#8221; &#8211; il verbo &#8220;dig&#8221;, letteralmente, significherebbe scavare.</p><p>Di conseguenza, nel concreto, il termine &#8220;woke&#8221; vuol dire &#8220;vigile inteso come consapevole verso i problemi dei neri e poi esteso anche ad altre cause.</p><p>Alla luce di questa informazione, è proprio la consapevolezza a farci dire che il vero &#8220;woke&#8221; non esiste: puoi avere quanta coscienza vuoi verso le ingiustizie sociali, ma il mondo è talmente complesso che qualcosa sfugge sempre anche senza avere la volontà di ignorarlo.</p><p>Parliamo così noi per primi: cerchiamo di lavorare contro lo stigma su HIV, per le esigenze delle persone con disabilità sensoriale, ma già il fatto di pubblicare enigmi e giochi di parole nel sito ci impedisce di definirci &#8220;accessibili&#8221; perché una persona con deficit cognitivi potrebbe avere difficoltà nella comprensione dei nostri scritti.</p><p>Questo però non vuol dire, automaticamente, disinteresse deliberato verso le difficoltà di apprendimento. 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Una donna che si proclama femminista e parla così, non c&#8217;entra col femminismo ma è una fanatica con cui è impossibile dialogare.</p><p>Questa filosofia oltre a essere dannosa a livello sociale, lo è anche per l&#8217;arte e la cultura perché tali soggetti vorrebbero piegare il mondo alle proprie volontà.</p><h3 class=\"wp-block-heading\">La &#8220;cancel culture&#8221;</h3><p>Bristol, giugno 2020: i manifestanti Black Lives Matter, movimento per i diritti delle persone nere, hanno abbattuto la statua di un ex mercante di schiavi e buttata in un fiume &#8211; lo stesso in cui si racconta che lui facesse morire affogate le persone che si ribellavano.</p><p>Lo schiavista è Edward Colston, onorato con una scultura in bronzo che era lì dal 1895 perché coi soldi guadagnati vendendo centinaia di persone, quando lo schiavismo è stato abolito, ha costruito ospizi, ospedali e scuole.</p><p>La popolazione nera si era anche rivolta al sindaco per far rimuovere la statua ma ha deciso poi di abbatterla perché i loro appelli non avevano avuto seguito. </p><p>Ora, se per le persone bianche Colston poteva essere considerato un eroe, come possiamo pretendere che lo sia anche da quelle nere? 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Ma non possiamo tornare indietro e manipolare la storia secondo quello che ci fa comodo. </p><p>Questa viene definita &#8220;cancel culture&#8221; e i conservatori, pur accusando i progressisti di modellare la storia secondo le proprie idee, sono i primi a farlo:</p><ul class=\"wp-block-list\"><li>rimuovere dalle biblioteche scolastiche libri a tema sessualità, razzismo, diritti LGBT&#8230;</li><li>evitare educazione sessuale e affettiva nelle scuole</li><li>chiedere alle aziende di ritirare spot pubblicitari che ai conservatori non piacciono.</li></ul><p>Per l&#8217;Italia riportiamo due casi emblematici della &#8220;cancel culture&#8221; conservatrice.</p><p>Una ditta di calze aveva confezionato lo spot del suo prodotto cantando &#8220;sorelle d&#8217;Italia&#8221; invece di &#8220;fratelli&#8221; in un adattamento dell&#8217;inno nazionale dedicato alle calze, gliel&#8217;hanno fatta rimuovere.</p><p>Un&#8217;altra azienda di patatine snack, nel suo spot, raffigurava un prete e una suora. Gli ultraconservatori cattolici non l&#8217;hanno presa bene e anche quello spot ha fatto una brutta fine.</p><p>Inutile quindi che loro se la piglino col sistema progressista e poi facciano di peggio, la &#8220;cancel culture&#8221; è un errore comunque.</p><h3 class=\"wp-block-heading\">Solo noi possiamo</h3><p>Esistono alcune frange di &#8220;progressismo&#8221; estremista che prendono posizione sull&#8217;abbigliamento e sui ruoli degli artisti.</p><ul class=\"wp-block-list\"><li>non sei messicano? E allora perché porti il Sombrero? &#8220;Perché sono un attore! Perché mi vesto da carnevale! Ecc&#8230;&#8221;</li><li>sei etero! Perché vuoi interpretare un ruolo gay?</li><li>solo i disabili possono parlare di disabilità</li><li>un uomo non ha diritto di esprimersi contro la violenza sulle donne</li></ul><p>E si potrebbero segnalare milioni di esempi. Ma noi, benché in totale disaccordo coi conservatori sui temi sociali, diamo loro atto quando si oppongono a un simile approccio con l&#8217;arte, la politica e la cultura.</p><h2 class=\"wp-block-heading\">Attori etero per ruoli gay?</h2><p>Un bravo attore dovrebbe essere in grado di immedesimarsi in qualunque personaggio; in teoria il concetto è assodato e ci sono vari esempi. Nessuno venga a raccontarci che Tom Hanks sia stato incapace svolgendo il ruolo di un omosessuale in AIDS terminale sul film Philadelphia, o l&#8217;uomo con un lieve ritardo cognitivo in Forrest Gump.</p><p>Cosa dire poi di Daniel Day-Lewis nel ruolo di Christy Brown, artista irlandese con disabilità motoria e cerebrale che riusciva a dipingere e scrivere usando il piede sinistro, sua unica capacità residua. Il film si chiama &#8220;Il mio piede sinistro&#8221;; l&#8217;attore non ha alcuna disabilità eppure il film è interpretato egregiamente.</p><p>Allora perché tutto questo casino sugli attori etero e i ruoli gay?</p><p>Ci sono attori etero che si sentono a disagio nel recitare un personaggio gay a causa delle scene in cui ci si bacia o si deve simulare un rapporto sessuale, e allora?</p><p>Non abbiamo una così grande conoscenza della recitazione ma siamo consapevoli che il contatto fisico corpo a corpo (anche tra uomo e donna) non sia immediato specie se hai avuto una educazione rigida in materia di sessualità.</p><p>Resta però il fatto che, quando reciti, dovresti mettere da parte la tua personalità reale con relative idee e condizionamenti, per immedesimarti nel personaggio a te assegnato.</p><p>Il discorso non era nato da etero e gay, ma da bianchi e neri: una volta i ruoli erano tutti assegnati ad attori bianchi, allora giustamente si è iniziato a dire &#8220;perché non affidare ruoli di neri anche ad attori neri?&#8221;</p><p>Ha senso quando si tratta di includere persone diverse una dall&#8217;altra in un set, ma quando diventa estremismo è più dannoso che benefico.</p><p>Basti guardare le <a href=\"https://www.cinefacts.it/cinefacts-articolo-767/le-nuove-inclusive-regole-per-gli-oscar-cambiare-tutto-per-non-cambiare-niente.html\" target=\"_blank\" rel=\"noopener nofollow\">regole per le candidature idonee all&#8217;Oscar </a>come &#8220;miglior film&#8221;.</p><p>Lo standard A, &#8220;rappresentazione sullo schermo&#8221;, vincola i produttori ad avere almeno un attore principale facente parte di un gruppo &#8220;sottorappresentato&#8221; e nei ruoli secondari questo vale per almeno il 30% degli attori. Vincoli anche nella trama che deve essere centrata su storie di persone marginalizzate.</p><p>Esistono regole simili anche nell&#8217;organizzazione fuori dal set, ma se l&#8217;intento è buono, alla lunga diventa un limite: rinuncio a un bravo attore perché al suo posto devo scegliere quello LGBT / disabile / nero / ispanico?</p><p>In realtà queste regole venivano in parte rispettate anche senza gli standard, ma se sono state decise è per porre l&#8217;attenzione su queste tematiche, anche se può apparire limitante.</p><p>Appartenendo noi per primi a gruppi marginalizzati siamo quelli che appoggiano di più le politiche di inclusione sociale, consapevoli che senza &#8220;obblighi&#8221; le case di produzione ingaggerebbero solo persone ricche bianche etero e cis. </p><p>Idem per i posti di lavoro più &#8220;ordinari&#8221;. Quale ufficio assumerebbe per scelta un impiegato con disabilità senza la legge che lo obblighi a farlo? </p><p>Eppure, prendendo in esame la faccenda degli Oscar, qualcosa ci stride: se mi costringi a concentrarmi sulle cosiddette &#8220;minoranze&#8221; per la trama, io finisco per tirarti fuori una collezione di stereotipi perché il mio compito di produttore non è fare educazione sociale, ma garantirti un prodotto vendibile alla maggioranza del pubblico.</p><p>Nessuna casa cinematografica è indifferente alle richieste del mercato, perciò se come nell&#8217;ultimo periodo l&#8217;estrema destra tende ad attirare le masse, si aggirano le regole di &#8220;diversità e inclusione&#8221; creando le macchiette. </p><p>Del fenomeno siamo testimoni dopo aver visto la <a href=\"https://plusbrothers.net/respira-medical-minestrone/\" data-type=\"post\" data-id=\"33713\">serie spagnola &#8220;Respira&#8221;</a>, su Netflix: ambientazione a sfondo medico dove quattro personaggi LGBT, due uomini e due donne, incarnano i peggiori stereotipi fra sesso promiscuo, droga e rapimenti di bambini.</p><p>In questo modo, da una parte nessuno può dire che hai disatteso le regole sulla &#8220;diversità&#8221; perché di fatto hai incluso i personaggi e/o attori LGBT; ma in contemporanea hai strizzato l&#8217;occhio al pubblico (ultra) conservatore che dalle rappresentazioni delle minoranze vuole sentire il lato negativo.</p><h2 class=\"wp-block-heading\">Vincoli e capacità</h2><p>Ci siamo domandati spesso come sarebbe un mondo in cui la creatività sia vincolata solo a chi può parlare di una condizione perché la vive in prima persona. SPOILER: un disastro.</p><p>Abbiamo verificato per esperienza quanto sia problematica una simile idea all&#8217;inizio del nostro blog, perché ci eravamo divisi i personaggi:</p><ul class=\"wp-block-list\"><li>Elettrona fa le donne e i personaggi HIV negativi</li><li>Gifter fa gli uomini e i personaggi HIV positivi.</li></ul><p>Complice la costrizione in casa per l&#8217;emergenza Covid, i primi tempi questa organizzazione dei racconti era gestibile e ci sentivamo a nostro agio scrivendo solo le storie che ci appartenevano, poi quando siamo tornati a lavorare a tempo pieno, i momenti liberi sono diminuiti.</p><p>&#8220;Gifter, oggi fai tu la storia del negativo? Elettrona, pensaci tu stasera non ho tempo / non ho voglia di dedicarmi al virus parlante&#8221;&#8230;</p><p>Di necessità abbiamo fatto virtù così, piano piano, ci siamo resi conto di esserci creati per almeno un anno un problema inesistente e siamo arrivati a un punto, oggi, dove non conta più chi scrive cosa. </p><p>Teniamo comunque a specificare che mai una volta ci siamo sentiti a disagio narrando in prima persona nei panni dei protagonisti perché l&#8217;abbiamo scelto noi. </p><p>Nessuno ci ha costretti a pubblicare sul blog di essere un tizio HIV positivo che trasmette il virus a decine di ragazze adoranti, né di essere la prediletta del tizio in questione che gli chiede il virus di proposito.</p><p>Siamo noi gli autori, non ci interessa vendere, non abbiamo vincoli commerciali e se un personaggio ci stanca possiamo tranquillamente sviluppare la trama per farlo uscire di scena. Gli unici limiti che abbiamo? La nostra fantasia e i rispettivi impegni quotidiani.</p><h2 class=\"wp-block-heading\">Voi siete woke!</h2><p>Concludiamo l&#8217;articolo porgendo le nostre doverose scuse a un lettore; l&#8217;abbiamo fatto di persona ma vogliamo anche documentarlo.</p><p>Tempo fa lui si rivolse a noi dicendoci: &#8220;voi due siete woke&#8221; e noi ci siamo chiusi rispondendogli in modo poco educato, presupponendo che intendesse l&#8217;accezione del termine usata dall&#8217;estrema destra per sminuire qualunque ideale progressista.</p><p>Chiediamo venia: da persone che lavorano per l&#8217;inclusione sociale e fanno parte di più cosiddette &#8220;minoranze&#8221;, abbiamo sempre il timore di ricevere odio da parte dei soliti noti perciò siamo sulla difensiva anche quando non dovremmo.</p><p>Stavolta invece il concetto di &#8220;woke&#8221;, pur ispirato alla sua accezione estremista, si riferiva al nostro mondo di fantasia.</p><p>Chi travisa ed estremizza le idee progressiste, sembra considerare nemici tutti quelli che non appartengono a gruppi sottorappresentati. </p><p>Di conseguenza, per il nero il bianco è il nemico, per il gay è antagonista l&#8217;etero, se sei donna ogni uomo è violento a prescindere, figuriamoci se uno è bianco, maschio, etero e cisgender. Peggio del diavolo.</p><p>Una simile concezione della vita è senza dubbio spaventosa ed è questo che i bianchi-maschi-etero-cis-conservatori temono (ben lontano dai progressisti veri, però).</p><p>Il nostro lettore comunque, prendeva spunto da quella fantomatica distopia per dare un nome al mondo che abbiamo creato, dove il test HIV negativo diventa oggetto di discriminazione, opposto a cosa succede in reale.</p><p>Non voleva criticarci, né farci passare per estremisti. Stava forse cercando di attribuire un genere ai nostri racconti?</p><p>Non importa, sapendo tutto quello che c&#8217;è in giro non vogliamo in alcun modo associarci al termine &#8220;woke&#8221;, qualunque significato si voglia dargli.</p><p>Non siamo &#8220;risvegliati&#8221; in alcun modo, non vogliamo ergerci a superiori verso nessuno. Siamo noi, coi nostri pregi e difetti. Nient&#8217;altro.</p>" }, "name": "La posta del culo: woke, attori etero e ruoli gay", "nameMap": { "it": "La posta del culo: woke, attori etero e ruoli gay" }, "published": "2024-11-24T13:46:25Z", "summary": "<p>La posta del culo indaga sul significato della parola woke: cosa c&#8217;entrano gli attori etero e i personaggi gay?</p>\n", "summaryMap": { "it": "<p>La posta del culo indaga sul significato della parola woke: cosa c&#8217;entrano gli attori etero e i personaggi gay?</p>\n" }, "tag": [ { "type": "Hashtag", "href": "https://plusbrothers.net/tag/arte/", "name": "#arte" }, { "type": "Hashtag", "href": "https://plusbrothers.net/tag/cultura/", "name": "#cultura" }, { "type": "Hashtag", "href": "https://plusbrothers.net/tag/lgbt/", "name": "#lgbt" }, { "type": "Hashtag", "href": "https://plusbrothers.net/tag/politica/", "name": "#politica" }, { "type": "Hashtag", "href": "https://plusbrothers.net/tag/riflessioni/", "name": "#riflessioni" }, { "type": "Hashtag", "href": "https://plusbrothers.net/tag/scrittura/", "name": "#scrittura" }, { "type": "Hashtag", "href": "https://plusbrothers.net/tag/stigma/", "name": "#stigma" }, { "type": "Hashtag", "href": "https://plusbrothers.net/tag/woke/", "name": "#woke" } ], "updated": "2024-11-25T09:59:11Z", "url": "https://plusbrothers.net/posta-culo-woke-etero-gay/", "to": [ "https://www.w3.org/ns/activitystreams#Public" ], "cc": [ "https://plusbrothers.net/wp-json/activitypub/1.0/actors/1/followers" ], "replies": { "id": "https://plusbrothers.net/wp-json/activitypub/1.0/posts/36550/replies", "type": "Collection", "first": { "id": "https://plusbrothers.net/wp-json/activitypub/1.0/posts/36550/replies?page=0", "type": "CollectionPage", "partOf": "https://plusbrothers.net/wp-json/activitypub/1.0/posts/36550/replies", "items": [] } }, "sensitive": false }